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Nuove norme sull’assistenza nei ricoveri in Abruzzo

3 gennaio 2012 – Nuove norme nei ricoveri in Abruzzo

Non entriamo nel merito della finanziaria regionale approvata a fine anno, se non rilevando con soddisfazione l’introduzione, nell’area riguardante la sanità e il sociale, di una norma importante e innovativa.
Su proposta del consigliere Maurizio Acerbo, l’assise regionale ha introdotto nella normativa abruzzese la possibilità da parte del malato, in cura e anche in degenza, di indicare in una persona non consanguinea o legata da matrimonio il proprio assistente.
Questo significa il superamento dell’attuale prassi, che impedisce al malato, per fare un esempio, di scegliere di farsi assistere dalla persona alla quale è legato da un vincolo affettivo non riconosciuto.
Questa prassi – superata oggi dalle sole Regioni Liguria e Abruzzo – ha prodotto pesanti ingiustizie, inibendo la volontà e la libertà del paziente e producendo, nel caso di partner dello stesso sesso, ulteriori violente discriminazioni.
Esiste infatti una corposa casistica nella quale il partner, perché malvisto dalla famiglia anche a causa di ben conosciute discriminazioni sociali, è stato allontanato dal malato.
Da oggi, in Abruzzo e sull’esempio della Liguria, il malato potrà indicare qualunque altra persona per essere seguito e questa persona potrà stargli accanto, potrà essere informata sul decorso e potrà interloquire con le strutture mediche.
È un passo importante, un avanzamento civile che accresce il grado di libertà e di cittadinanza nella nostra regione.
Apprezziamo il fatto che, pur proposta da una parte politica facente parte della minoranza in consiglio, la norma abbia avuto un consenso bipartisan.
È una prova di maturità politica che, a nostro parere, dovrebbe ispirare ulteriori passi.
Ci siamo battuti per una normativa nazionale di riferimento e, a Pescara, per la regolamentazione locale delle coppie di fatto anche per abbattere discriminazioni come quella che oggi in Abruzzo è stata superata nel campo della sanità.
Crediamo che si possano fare ulteriori passi.
A Pescara il registro delle unioni civili, già approvato all’inizio del 2008 aspetta il regolamento attuativo. Auspichiamo che, con una sensibilità bipartisan come quella dimostrata dal consiglio regionale, la Città di Pescara completi una norma che non danneggia alcuno ma che, al contrario, produce inclusione e cittadinanza.

Jonathan – Diritti in movimento

 

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