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Fanzine Agosto 2006

Qualcosina…Perché sorridere?

Molti di noi ci sono stati, ed è vero: esserci stati è stato diverso. E ha anche fatto la differenza. TorinoPride2006 è stata una manifestazione corale, oserei quasi dire “a furor di popolo”. I telegiornali ne hanno parlato (incredibilmente bene) – forse anche perché la manifestazione stessa era patrocinata dal segretariato sociale della RAI – e la sfilata in sé ha mostrato che questi “mostri” non sono poi così spaventevoli anzi… sembrano esseri umani come tanti, e hanno solo voglia di poter vivere, nel bene e nel male, come tutti gli altri.

Oggi ci chiediamo quali siano state le conseguenze di questo pride, e forse di tutto il movimento dalla sua nascita trent’anni fa. Un po’ a malincuore, e inghiottendo molti, moltissimi rospi, bisogna ammettere che, dal punto di vista dei diritti, stingiamo poco, quasi niente.

Le ultimissime (e anche unicissime) sono due sentenze della Corte di Cassazione. Dopo tanto tempo, tanti sforzi, tanta sofferenza, finalmente un po’ di gioia. Ma poca davvero.

Il “Palazzaccio” ha reso giustizia alle persone omosessuali stabilendo in una sentenza (che non è legge, sia ben chiaro, ma è solo una “tendenza”) che anche i “nuovi parenti” hanno diritto al risarcimento in caso di perdita del proprio caro, e con un’altra sentenza, a pochi giorni di distanza dalla prima, ha stabilito anche che è punibile per legge chi offende un altro individuo dandogli del “frocio”.

Insomma, una proto-legge sulle coppie omosessuali e una proto-legge contro la discriminazione e i crimini d’odio.

Cosa se ne può concludere? Che si tratta davvero di una misera gioia: se da una parte la Cassazione rende giustizia a tutti i cittadini, dall’altra la politica continua a negare quella stessa giustizia e i derivanti diritti civiliua a negare quegge sulle coppie omosessuali e una proto-legge contro la discriminazione e i crimini d’ stingiamo poco, qua. Non è stata la Cassazione ad aver promesso in campagna elettorale una legge sulle coppie civili o ad aver sottoscritto i quattro punti minimi di un accordo programmatico tra l’Unione e il Movimento GLBT.

Coloro che adesso sono al governo avevano promesso un riconoscimento e una tutela per legge delle coppie omosessuali, e poi, tra le altre cose, anche una legge anti-discriminazione; ma poi, paralizzati da scismi interni o, peggio ancora, rischi di scismi, spaccature, cadute di governo, maggioranze che diventano minoranze, franchi e franceschi tiratori, documenti sottoscritti dal notaio e inchini a Sua Maestà Ratzinger con la sua idea fissa di salvare la famiglia (e lui non ce l’ha…), neanche loro hanno mantenuto le promesse – e non sembrano per niente interessati a volerle mantenere.

E sono convinto che la colpa sia anche nostra, del movimento, perché abbiamo speso fiumi di inchiostro in comunicazioni, conferenze stampa, avvisi e quant’altro, ma, eletto il governo di centro-sinistra, ci siamo messi l’anima in pace: hoc erat in votis… Sia ben chiaro, a noi non interessa che questo governo squinternato (lo era anche quello che lo precedeva, solo che aveva forti interessi personali e una guida carismatica che lo teneva insieme) si mantenga in piedi il più a lungo possibile, solo per oppormi a Berlusconi e ai suoi compagni di merende. Questo governo ha la sua ragion d’essere soltanto se lavora (cioè mantiene ciò che ha promesso), altrimenti per me può anche chiudere baracca e andare a casa – se Prodi si propone come novità, ma poi fa il Berlusconi, beh, che torni pure l’originale, almeno ci facciamo due risate.

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