Skip to content Skip to sidebar Skip to footer

Fanzine Febbraio 2005

Il lungo silenzio

La storia è un grande taccuino vuoto. Il vincitore vi annoterà, esaltandole, le sue vittorie, minimizzerà le proprie sconfitte. Giustificherà di volta in volta le ragioni della sua guerra. Mostrerà al mondo gli altrui orrori, tacendo i propri. Separerà le vittime dai carnefici. I posteri sapranno e ricorderanno ciò che egli deciderà di far conoscere e di non far dimenticare. Monopolizza e controlla la “grande memoria” collettiva. Il vincitore deciderà anche, e soprattutto, ciò che non dovrà mai essere ricordato perché quell’orrore, quella grande tragedia silenziosa può gettare un’ombra sulla esaltante vittoria. Chi ha taciuto il massacro? Chi si è reso colpevole e complice di un così lungo silenzio? Il carnefice, sicuramente. Ma anche il vincitore e perfino la vittima, quest’ultima vinta dalla paura e dal terrore. Nei capi di sterminio nazisti furono internati, torturati ed eliminati migliaia di omosessuali, transessuali e lesbiche. Si tratta dell'”altro olocausto”, quello sul quale è sceso un lunghissimo silenzio, durato più di cinquant’anni, e spezzato solo a partire dagli anni novanta, quando alcuni sopravvissuti, vincendo la paura ed il terrore, trovarono il coraggio di testimoniare l’orrore del quale erano state vittime. Non sappiamo e non lo sapremo mai quante furono le vittime: forse 10.000 o forse 100.000, alcuni studiosi parlano di 250.000. Il lungo silenzio ha portato anche a questo: a cancellare per sempre le tracce della tragedia. In parte ci avevano già pensato i nazisti, i quali di fronte all’avanzata degli alleati, prima di abbandonare i campi di sterminio eliminarono i testimoni e distrussero i documenti. Nei capi gli omosessuali venivano contraddistinti con un grande triangolo rosa sul petto, per distinguerli dagli ebrei (triangolo giallo), gli zingari (triangolo marrone), i criminali comuni (triangolo nero)… Le lesbiche, non essendo considerate “malate” ma semplicemente socialmente pericolose appartenevano a quest’ultima categoria. Forse ogni “triangolo” meritava un trattamento diverso, forse gli ebrei venivano trattati peggio degli zingari, forse questi erano trattati peggio dei criminali comuni… forse gli omosessuali peggio dei dissidenti politici… forse… ma sicuramente tutto l’orrore rappresentato dai campi di sterminio non si presta a essere classificato… L’ideologia nazionalsocialista aveva individuato in ebrei, zingari, slavi, portatori di handicap, omosessuali il nemico da combattere e da eliminare ad ogni costo. L’individuo e la libertà individuale di essere ciò che si è vengono annientati e sacrificati sull’altare di una Ideologia cieca e univoca che cancella la morale ed ogni traccia di umanità e di pietà. Tanti di noi si sono chiesti e si continuano a chiedere come tutto ciò fu possibile e forse la risposta non la troveremo mai, forse ci sono troppe risposte, troppe ragioni che temiamo. Le temiamo perché pregiudizi, razzismi, integralismi religiosi nel corso della storia appaiono semplicemente sopiti e mai cancellati, un pericolo sempre in agguato, un animale mortalmente ferito che, preceduto da segnali inquietanti, riprende improvvisamente vigore e colpisce senza pietà. Senza pietà furono trattati gli omosessuali ed i transessuali dai nazisti e quella che rappresentò la liberazione per milioni di europei da parte degli alleati, per migliaia di omosessuali e transessuali fu la la continuazione di un incubo: americani, russi, canadesi,… spedirono in carcere i”triangoli rosa” a scontare le pene previste dalle leggi vigenti per i loro reati contro il pudore e la morale. Per loro no, non fu liberazione. Molti sopravvissuti ai campi di sterminio morirono nelle prigioni di Stato ed i sopravvissuti a queste ultime scelsero il silenzio e l’oblio. Ben pochi furono capaci di ricostruire la loro esistenza. Alcuni di questi a distanza di decenni hanno deciso di iniziare a parlare, a raccontare,… Testimonianze preziose per l’intera umanità. Testimonianze di vite che presto si spegneranno per sempre. E’ nostro dovere raccogliere questa eredità, salvaguardarla, conservarla e regalarla al futuro… Il lungo silenzio è spezzato per sempre.

Add Comment